Da Savoca uno sguardo tra mare e montagna. Una passeggiata tra chiese preziose, panorami mozzafiato e i mercatini di Natale, catacombe e i ricordi de "Il Padrino".
Oggi il Quotidiano" la Sicilia" ha dedicato un pagina a Savoca, nella rubrica "Weekend in Sicilia" a cura di Ombretta Grasso che ha visitato alcuni giorni orsono la cittadina collinare, ed ecco le considerazioni su come viene vista la nostra cittadina da chi viene a visitarla, una via mediatica per fare conoscere oltre i confini del comprensorio jonico l'Antico Borgo Mediavale, indicato come uno dei "Borghi più belli d'Itallia".
Se avete voglia di cambiare prospettiva, di guardare il mondo da un punto
di vista sempre diverso, di mutare orizzonte percorrendo poche
centinaia di metri, Savoca è la vostra meta. Arroccata su una doppia
collina, affacciata su panorami di commovente bellezza e precipizi
mozzafiato, è stata inserita nella guida dei borghi più belli d'Italia e
basta una passeggiata tra le sue viuzze, le piazze e le suggestive
chiese medievali per restarne stregati. Il percorso che si snoda
tutt'intorno ai ruderi del castello di Pentefur, che domina dall'alto, è
un tuffo in una varietà continua di scorci, di paesaggi, di vedute a
perdita d'occhio, dalla Valle D'Agrò alla costa, con piccole salite e
discese che amplificano le prospettive, ammirando chiese preziose
accoccolate su speroni di roccia e memorie di nobili palazzi.
Il
paese in provincia di Messina - dall'autostrada si esce al casello di
Roccalumera, poi verso S. Teresa di Riva - in questi giorni di festa si
anima con un mercatino di prodotti artigianali, oggetti di ferro
battuto, lavori al chiacchierino, prodotti enogastronomici in bella
mostra (da oggi al 27) nelle due piazze principali che può essere
l'occasione per una passeggiata. In calendario anche un concerto il
pomeriggio del 24 e l'esibizione dell'Ensamble barocco di Messina il 28
dicembre alle 17 nella Chiesa madre, musiche di Vivaldi, Albinoni,
Corelli, per il Festival barocco della Valle D'Agrò.
La bellezza e la
particolarità del luogo hanno colpito anche il regista Francis Ford
Coppola che nel 1971 girò alcune scene del suo film "Il padrino".
Proprio al bar "Vitelli" - come lo battezzò il regista e come si chiama
ancora oggi - Al Pacino-Michael Corleone incontra Simonetta
Stefanelli-Apollonia che sposerà nella splendida chiesa di Santa Lucia,
in realtà la chiesa di San Nicolò ma chiamata così da tutti perché
all'interno custodisce una statua della santa patrona del paese. Sotto
il pergolato del bar Vitelli è indispensabile assaggiare la famosa
granita di limone e andare poi a curiosare all'interno dove è stato
realizzato quasi un piccolo museo con le foto scattate durante la
lavorazione del film, soffermarsi sulla piccola collezione di oggetti e
attrezzi di campagna d'altri tempi, scoprire che la zona era nota per la
produzione della seta, vedere qualche spezzone dell'intervista tv alla
proprietaria del locale, la signora Maria.
A Savoca hanno girato
anche qualche scena della fiction "La vita rubata" e una contestatissima
campagna pubblicitaria con Linda Evangelista fotografata tra un gruppo
di vecchietti, ma sono episodi secondari e trascurabili rispetto alla
notorietà lasciata da "Il padrino", il cui fascino è tale che ancora
oggi Savoca rientra nel Grandfather Tour (che fa tappa anche Forza
D'Agrò) dei croceristi che sbarcano a Messina e che si inerpicano fin
qui per assaporare il fascino di una Sicilia fantasticata.
Il paese è
però altrettanto celebre per le sue mummie conservate nelle catacombe
del secentesco convento dei Cappuccini, circa trenta corpi essiccati di
nobili, notabili ed ecclesiastici vissuti tra il 700 e l'800,
recentemente restaurati e collocati distesi in alcune teche, che hanno
attraversato il tempo con i loro abiti d'epoca (mummie si trovano anche a
Novara di Sicilia e Piraino). La mummificazione avveniva con un metodo
naturale: dopo la "colatura" delle parti interne, le spoglie venivano
lavate con l'aceto ed essiccate all'aria aperta.
Per assaporare il
piccolo borgo fondato dai Normanni (secondo una leggenda i primi
abitanti furono invece i Pentefur, cinque ladri fuggiti da Taormina che
si rifugiarono su queste colline) dopo un passaggio all'ufficio
turistico del Comune (per informazioni il sito www. comune. savoca. me.
it o potete chiamare allo 0942- 761125, l'entusiasmo di Giada che vi
risponderà è contagioso) dalla piazza del bar Vitelli si può percorrere a
piedi la via San Michele intorno al castello e incrociare la chiesa
madre con il suo bel rosone intagliato e subito dopo una casa medievale
con una finestra a bifora, poi la chiesa di S. Nicolò, detta di S.
Lucia, che domina la vallata, quindi i lavatoi e un bagno ebraico,
l'antica chiesa trasformata in auditorium; appena sopra la strada, la
bellissima chiesa di San Michele con i due portali e il Museo che
ricostruisce la vita della cittadina. Si riprende il percorso e poco
prima di arrivare alla trecentesca porta della città c'è la deliziosa
enoteca "Dioniso" dove d'estate è paradisiaco cenare perdendosi nel
panorama e dove magari è possibile incontrare Sigmund Wagner, artista e
pittore tedesco, straordinario personaggio che da anni vive nei dintorni
del paese. Una piccola fuga tra torri merlate, stradine tortuose e
piazzette circondate da una vegetazione fitta che con il buio della sera
rende i "salti" di roccia ancora più misteriosi.
21/12/2012
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